Intervista
Come nascono i Lovesick? Era il vostro sogno sin da piccoli?
I Lovesick nascono dal voler approfondire, dopo svariati viaggi negli Stati uniti di America la musica Country, Honky Tonk, rock n Roll e Western Swing. Imparando tanti brani della tradizione sono iniziati i tanti concerti che hanno poi portato alla registrazione di vari dischi di cui 3 completamente di musica originale tra cui l’ultimo registrato a Los Angeles. Da piccoli di sogni se ne hanno tanti, crescendo uno dei nostri obbiettivi era portare avanti la nostra musica rendendola il nostro mestiere e così è da anni.
Come nasce la passione per la musica?
Dalle influenze che si hanno da piccoli sicuramente e la musica che la famiglia e gli amici ti tramandano, fa scattare la passione per i primi generi musicali.
Quali sono gli artisti o i generi musicali che vi hanno influenzato maggiormente, anche al di fuori del rockabilly e del country?
Hank Williams sicuramente e sicuramente Chuck Berry. Paolo ha una grande passione per i Beatles e ama il blues mentre Francesca Arriva dalla musica punk per esempio i Rancid.
Suonate molto dal vivo, sia in Italia che all’estero. Qual’è la differenza principale tra il pubblico italiano e quello internazionale? Ci sono aneddoti particolari legati ai vostri tour?
La differenza principale è il capire la lingua inglese, non in tutta europa la capiscono chiariamoci. Per esempio quando suoniamo negli stati Uniti lo si legge nelle facce del pubblico quando certi testi arrivano. È sicuramente una bella soddisfazione e sensazione. Non vuol dire che non arrivi nei cuori degli italiani la nostra musica, semplicemente ci vuole più tempo e ricerca per comprendere di cosa parliamo nelle nostre canzoni.
Qual è stata la più grande sfida che avete dovuto affrontare come band e come l’avete superata?
Non so quale sia la più grande sfida ma sicuramente una sfida che è sempre difficile avendo fatto tanti anni di tour è’ il “sopravvivere”, per modo di dire, ai tour. Non è facile condividere ore e chilometri di auto o furgone, camere di hotel (quando va bene), notti di poco sonno e a volte palchi difficili per un motivo o per un altro. Il tour è un test importante ed è sempre difficile in un certo senso perché si tratta di una convivenza di fatto. Ti insegna anche molto a capire gli altri e soprattutto te stesso.
Avete raggiunto traguardi importanti, come i concerti con Ben Harper o i premi internazionali. Qual è il vostro prossimo grande obiettivo o sogno come Lovesick?
Grazie mille intanto! Il nostro sogno è registrare un prossimo disco a Nashville negli Stati Uniti, abbiamo già scritto vari brani nuovi e siamo entusiasti al pensiero di confrontarci con una città così importante per il nostro genere musicale.
Oltre alla musica, ci sono altre forme d’arte o passioni che influenzano il vostro lavoro o la vostra visione del mondo?
Certamente. Siamo molto legati al video e alla fotografia, sia perché sono due fattori importanti per il nostro progetto, per la promozione e proprio per essere rappresentati visivamente nei vari canali. Lo sono anche perché entrambi facciamo foto e video anche per altri progetti quindi è una forma di arte che ci appassiona.
Se doveste descrivere i Lovesick con tre aggettivi, quali scegliereste e perché?
Energici, sorridenti, coinvolgenti.
Cosa riserva il futuro per i Lovesick? Ci sono nuovi progetti, album in lavorazione o collaborazioni che potete anticipare?
Come anticipavamo un nuovo album probabilmente negli Stati Uniti è quello a cui stiamo pensando. A livello di collaborazioni, abbiamo avuto da poco un cambio di formazione e ci siamo allargati. Abbiamo quindi due musicisti che ci accompagnano nel tour estivo e ci presenteremo quindi in quartetto, ci piace molto il sound della full band.
Qual è il messaggio che sperate arrivi al vostro pubblico attraverso la vostra musica?
Il messaggio direi è l’entusiasmo. Quando ascoltiamo la musica che ci piace siamo entusiasti, quindi speriamo di creare entusiasmo in chi ci ascolta
Se poteste collaborare con un artista del passato chi scegliereste? E del presente?
Willie Nelson, forse Bob Wills, sarebbe divertente conoscere la band al completo e suonare assieme.
Suonerete al Valsassina Country Festival, cosa vi aspettate da questa manifestazione?
Abbiamo visto un po’ di foto dell’evento e sembra essere molto bello e ben strutturato. Non vediamo l’ora di suonare e divertirci con il pubblico.
Quale importanza hanno i social per voi?
Hanno una grande importanza perché ormai sono un modo fondamentale per comunicare con il pubblico e in generale con le persone interessate alla musica e non solo. Abbiamo una lunghissima lista di video registrati con tanti artisti diversi sui social, si capisce che i social ormai fanno parte della società odierna, che piaccia o meno. Non siamo necessariamente fan dei social per certi aspetti ma è innegabile che siano importanti.